Pistacchio di Bronte e olio di oliva extravergine siciliano i più contraffatti
In Italia su mille imprese agroalimentari con più di 10 addetti, il 41,8% ha subito almeno una contraffazione dei propri prodotti. E’ un dato rivelato dal report di Confagricoltura sulle agropiraterie che danneggiano l’economia agricola italiana e anche quella siciliana. Il presidente di Confagricoltura Catania e presidente regionale della sezione olivicola di Confagricoltura, Giovanni Selvaggi nei gironi scorsi è stato all’Expo e ha preso parte alla presentazione del report sulla contraffazione alimentare.
Tra i prodotti agroalimentari siciliani più contraffatti ci sono il pistacchio di Bronte e l’olio d’oliva extravergine. Proprio l’olio d’oliva prodotto in Sicilia è esposto alla concorrenza sleale dei paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. “Miscele comprate a 30 centesimi al chilo arrivano sugli scaffali a 2-3 euro, col risultato che il consumatore porta in tavola un olio di modesta qualità, pensando d’aver fatto un buon affare”,ha spiegato Giovanni Selvaggi. Il dato che sconforta è che “tutto legale, visto che la normativa europea consente la commercializzazione con marchi nazionali di prodotti di origine comunitaria con l’obbligo di indicarlo in etichetta, spesso di difficile lettura”. E’ chiaro che contrastare il fenomeno serve serve una solida attività di valorizzazione e tutela proprio di quei marchi che sono oggetto di usurpazione. “Di recente Confagricoltura e Agrinsieme Sicilia – ha concluso Selvaggi – hanno combattuto e vinto la battaglia per poter usare la denominazione “Olio Extra Vergine di Oliva IGP Sicilia, un passo importante per evitare fraudolenti fenomeni di contraffazione”.